Dopo vent’anni di Beautiful passivo (e ci tengo a sottolinearlo), digerito dopo i pasti tra un caffè e qualche pettegolezzo di quelli che si consumano nelle cucine, oggi più che mai sono convinta che la forza di questa serie infinita (tanto da competere con la Divina Commedia per ispirare un nuovo spot dei rotoloni regina) sia in un elemento ben preciso. 

Non i mariti che Brooke cambia più spesso delle mutande, né tantoméno le resurrezioni, i matrimoni celebrati in ogni angolo del mondo e quelli durati meno dell’ultimo di Nicolas Cage, gli incesti, il lusso e il botox degli attori. 

Ciò che porta Beautiful al dominio indiscusso della pausa pranzo – a mio parere – è l’odio fra le donne protagoniste. Sheila, Stephanie, Brooke, Sally, Taylor e Quinn, in barba alla fascia protetta, si sono prese a cazzottate una miriade di volte, hanno impugnato pistole e sparato. Si tirano i capelli, si pestano a sangue, si scontrano con gli occhi iniettati di sangue, mettendo in ombra gli pseudouomini della farsa, nel ruolo di “belli e inebetiti”.

Un trend che fa audience e abbiamo magistralmente adottato anche in Italia, dedicandogli l’intero palinsesto Mediaset capitanato dalla D’Urso. Da Pamela Prati a Uomini e Donne, passando per il Grande Fratello e ora Temptation Island è un susseguirsi di offese, urla, critiche e sceneggiate grottesche prevalentemente al femminile. Che piacciono, aumentano gli ascolti e tengono incollate alla tv milioni di persone.

Forse è solo l’anticipazione di un ulteriore “evoluzione della specie” che vedrà la donna passare dall’iconografia contemporanea del multitasking a quella del multischiaffi: pronta a prendere a sberle quella che le frega il marito, che indossa le calze color carne, che non ha il ventre piatto, non copia i look (e le pose) della Ferragni e impreca citando  Greta Thunberg o Carola Rackete, degne di nessuna considerazione per le loro mise così delabré.

Preoccupazioni che destano preoccupazione e non smetteranno mai di stupirci, malgrado non ci sorprendano più. Mettiamoci comodi, c’è un mucchio di roba da vedere in tv.

 

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