Mi si è fuso il cervello. 

Questo non è un articolo bulimico di consenso e celebrazione per il raggiungimento di un nuovo traguardo. È una confessione sincera del mio senso di insofferenza e inadeguatezza in questo periodo. 

Nonostante la mia vita si sia ormai ridotta a pochi scompartimenti: lavoro-casa-lavoro-casa-lavoro-casa ecc…sento che in questa sequenza così semplice e abituale c’è qualcosa che si stia inceppando. Perché la verità è che questa alienante routine sta monopolizzando spazi e interessi che appartengono ad altri mondi e assorbendoli lentamente nelle sue dinamiche claustrofobiche, polverizza un pezzettino di noi. 

Pensate ai ragazzi costretti alla “DAD” che da mesi hanno perso la bussola della loro giovinezza: lobotomizzati da display luminosi da cui dipendono i loro momenti di apprendimento, di gioco e di intimità. Tutto ciò che prima avveniva nelle scuole, nei parchi e nei posti più disparati adesso avviene su un divano. 

Pensate a quelle generazioni segnate da una pesante asincronia tra analogico e digitale, imbarazzate davanti all’occhio di Zoom o davanti ai mille link da aprire per le lezioni dei propri figli. Loro che celebravano i weekend con un’uscita tra amici e un bicchiere di vino adesso sono costretti a registrarsi sui canali degli youtubers per la “pizza fatta in casa”.

Non parliamo del sesso. Una piaga sociale. 

Dobbiamo essere in grado di prepararci il sushi a casa, perché molti ristoranti hanno preferito chiudere. Dobbiamo potenziare la fibra per fare “smart working”, dobbiamo prenderci cura del nostro corpo con i “workout”, dobbiamo mantenere pulita e in ordine ogni superficie, dobbiamo fare le videocall con i parenti, dobbiamo tenerci pronti  a una “new wave” post-vaccino. Dobbiamo allenare corpo, mente e spirito a nuovi slogan infarciti di retorica e falso ottimismo: “Lazzaro alzati e cammina”, “Costruisci il tuo futuro”, “Vendi con l’e-commerce” , “La crisi è solo nella tua testa”!!!

Cazzate.

Alcuni dicono che dovremmo ricorrere alla matrice di Eisenhower: un sistema di gestione – usato dal 34° presidente degli Stati Uniti – per organizzare le mansioni più urgente da quelle più superflue. In tutto questo casino di cose dovremmo trovare anche il tempo per organizzarci. Io mi faccio già abbastanza tenerezza quando alle undici di sera, mentalmente in standby e con la schiena dolorante, provo a fare un po’ di attività fisica per non impigrire ulteriormente i miei muscoli.

Abbiamo bisogno che tutto questo finisca, perché non siamo onnipotenti, siamo connessioni, siamo concentrici, tutto ruota attorno alle “relazioni”. Il multitasking è una schizofrenia. “I mercati sono conversazioni, fatte di esseri umani e non segmenti demografici”. Per le aziende non basterà un e-commerce a ripartire, bisognerà ripensare le proprie matrici narrative, interrogarsi sul valore della marca e capire come raccontarlo per intrecciarlo ai destini delle persone. 

La verità è che in questa marea isterica e confusa ogni tanto si affonda e chiedere aiuto non è un reato, non è debolezza: è una connessione.

Nessuno si salva da solo. 

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